11 ago 2010

la signora con la stampella.



Le 19.00 di Oggi pomeriggio, in piazza a Badia. Sto per salutare mia zia e andarmene dal negozio e lei ne approfitta per venire a produrre fuori un po' di cenere da sigaretta (cit.)
Mentre osserviamo la piazza si avvicina a passo deciso, per quanto può esserlo quello di una persona provvista di stampella) una vecchietta.

Si dirige verso di noi esclamando “che Umiliazione...”
La guardo. Beh non la si può definire attraente vista l'età, ma comunque una signora in ordine, con il suo scialle sulle spalle per i dolori , i capelli a posto... Non capisco per cosa si senta umiliata.
Si avvicina, scusandosi per aver interrotto un discorso che nemmeno c'era e inizia a sfogarsi con la zia.
“sa... mi è capitato una volta di riprendere dei ragazzi perché li ho sentiti bestemmiare... cosa vuole, mi è venuto d'istinto , deformazione professionale, ho insegnato per tanti anni... Beh da allora, ogni volta che gli passo vicino puntualmente bestemmiano... che umilizione”
Poi ci spiega che non sa nemmeno se sono gli stessi, lei non è che proprio li riconosce... ma pensa siano sempre gli stessi visto il tono con cui lo dicono e il fatto che bestemmiano proprio quando si avvicina lei.
Penso che bisognerebbe dirle che in realtà bestemmiano sempre, forse non è così legato al suo passaggio... ma lei invece ne sembra abbastanza convinta. Le spiego che è un intercalare per loro e lei stupita chiede: “ma... e perché???”

Comunque sia mia zia la rincuora e le dice che non dovrebbe sentirsi umiliata, che quelli che sbagliano sono loro... lei ci risponde che non si spiega perché... che ha insegnato per tanti anni e che ora i suoi studenti cresciuti la fermano per strada la ringraziano e l'abbracciano...
Le diciamo di trarre consolazione dal fatto che allora lei ha fatto del bene, perché quelli che ha educato lei di certo oggi non sono così, che non dovrebbe sentirsi umiliata ma pensare positivo ed essere fiera del bene che ha fatto...

Mi ha colpito la fragilità di una signora che probabilmente una volta era autorevole e decisa, e ora se pure con una stampella si preparava a fare tutto il giro della piazza e altre due strade in più (allungando la strada notevolmente , per quelli che sono duecento metri ma a lei sembreranno chilometri) per non passare sotto un arco dove si riuniscono i ragazzini del mio paese.
Mi domando se sia giusto... Non lo trovo giusto. Non voglio fare il moralista e non lo sono... (non bestemmio solo per un fatto di eleganza dato che credo nella probabile esistenza di un Dio quanto in quella dei Teletubbies) ma mi ha fatto “pena” (nel senso buono del termine).
So che non è più il suo tempo. So che la società cambia e cose così... ma perché i suoi ultimi anni devono essere così poco decorosi? Perché deve aver paura di quattro ragazzini e non poter girare per strada ammirata e salutata per il bene che ha fatto?
Perché questi non possono moderarsi al passaggio di una vecchietta e magari sorriderle?
Poche cose danno soddisfazione come sorridere e salutare una signora anziana e vedere il suo volto illuminarsi di sorpresa. L'educazione non è un formalismo (come diceva lei)... è una forma di benvolenza e rispetto nei confronti di chi ci sta vicino... serve per vivere meglio... mi chiedo (forse da ingenuo) il meccanismo per cui oggi questi valori non fanno più presa, cerco di trovare invano un motivo credibile che non sia un luogo comune.

Nel frattempo la signora si scusa altre due o tre volte per averci rubato del tempo e si incammina, preparandosi a fare l'inutile giro della piazza che probilmente ripete ogni giorno... per colpa di quattro sfigati.

Perdonate lo sfogo, mio pubblico muto. So che non dò nessuna risposta o soluzione in versione “cola” al problema in questo post ma ci sto ancora pensando...

9 ago 2010

Il gelato della Natura


Si, mi piace starmene con le mani in mano... sfortunatamente non mi capita quasi mai :)

Ecco perché appena tornato nella mia terra Natia mi son messo all'opra e ho risposto alla “chiamata” di un'amica che aveva bisogno di un “restyling” per la sua Gelateria.
E' stato un piacere dare ad “ais crim” (il nome scritto così è voluto, he he) una faccia che rispecchiasse veramente quelli che sono i valori di questa gelateria...
Una gelateria che preferisce ingredienti naturali e di qualità come nocciole del piemonte, pistacchi di bronte..., che lavora con latte fresco ed evitando inutili artefizi e cose sintetiche ( e per me quindi, niente gusto cola ). Per avere un gelato semplice buono e genuino come quello di una volta.

Dal nuovo logo, all'immagine coordinata, ai pannelli per l'arredamento e ai colori... abbiamo studiato tutto nel dettaglio, compresi i cartellini dei gusti.
Ecco che i muri si sono tinti di giallino, che sono spuntate foglie qua e là, che le mensole si sono popolate di barattoli e accessori vintage... il listino prezzi è stato disegnato sulla falsa riga di uno degli anni 50...
Sono “spuntati” vasi con delle piante, una lavagnetta shabby chic dove il gelataio scrive curiosità e gusti, una pagina Facebook (alla quale vi invito a iscrivervi, ci sono anche tante altre foto) dove si trovano le curiosità sugli ingredienti e le loro proprietà...
Cartellini sui dispensa salviette che suggeriscono la scelta del cono invece che della coppetta (solo 15 calorie e non crea rifiuti) e altri che spiegano che ci si preoccupa anche degli intolleranti al lattosio con gusti particolari pensati per loro...


Tutto, insomma, per ricreare quell'atmosfera di "casa" e quel profumo di natura che fa tanto “genuino” e per dare alla Gelateria Ais Crim il "volto" che si meritava.