14 mag 2010

Déjà vu

nella foto: famiglia di immigrati Italiani in America (primi 900) e il ministro Calderoli



“Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”. La relazione così prosegue: “Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.


Il testo è tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912


Devo aggiungere altre parole? mi sembra che il testo parli da sè. Qualcuno si è preoccupato di farlo leggere a Umberto B. e company?

7 mag 2010

DON'T STOP BELIEVING

Chissà perchè queste cose mi emozionano così tanto...

Questo flash Mob realizzato in un Centro Commerciale dagli studenti della OHIO UNIVERSITY (Università non scuola media) sulle note di "Don't stop Believin" mi trasmette una grande energia... un entusiasmo unico... tanto che sto frullando youtube a furia di farlo ripartire.

Questo si che è un momento Cola!
E il preside sfilando in mezzo ai suoi ragazzi che ballano dà una grande lezione di stile a tutti quelli che si prendono pomposamente troppo sul serio...
Immagino che reazioni se io proponessi una cosa così a scuola mia...
Bla bla, commerciale... bla bla leggero... bla bla che musica scontata...

Eppure adoro chi non filosofeggia e basta e sa anche fare un semplice balletto sulla musica di glee... c'è solo da imparare.